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Il movimento mi ricorda la assenza

Il movimento mi ricorda la tua assenza. Sospesa al filo sei crollata senza fare rumore: hai squarciato la crisalide e fissato la vertigine fino a toccare terra con il viso.

E ti avrei insegnato i segreti della casa, -io tutti li so a memoria- ma hai esiliato le sfumature e incendiato ogni mio angolo di carne marchiata a fuoco. Ora non esiste tempo: il rintocco è scandito dal respiro mentre cogli il battito nuda sul suo petto.

E la nostalgia delimita i miei spazi: la voce muore mentre la mano stringe il ricordo e tace. Il corpo è parola di pietra stanca di gattonare fra labbra di pochi millimetri mortali.

Come spazzatura mi hai gettato di notte in segreto, dove nessuno potesse sentire il lamento di un bambino dimenticato a lato della strada.


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