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Ora che non ho niente

Ora che non ho niente mi tocca inventare tutto; ripristinare il mio nulla vivo come una placenta dove portarmi in cultura, gestire un ovvio decadimento come un organo da trapianto – palpita lungo il tragitto; mi riparo in un grembo di rattoppi, intesso le carni tra loro pescando da una memoria – Sai, anche il corpo ha una sua memoria, e come marchio a fuoco vi s'imprime l'amore e un'altra mandria di cose. Chiedesti agli uomini: dove vanno tutte quelle che dimentichiamo? Vedi, proprio queste sono le uniche cose che vengono e non vanno più da nessuna parte; si annidano, arredano il nostro sangue e tutto dentro scavano tane, per salvarsi dal tradirsi, per non farsi mai parola.


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