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Carezze mancate

Mamma mi sveglia sorridendo, quasi piange, così emozionata non l’ho vista mai.

Porta in braccio la mia cagna entrambe sbraitano: cercano un porto caldo.

E questi cinque cagnolini

quanto casino faranno?

Da marinaretto getto i miei sogni sotto le coperte non c’è tempo per viaggiare: issiamo l’ancora.

Sull’arca non c’è spazio svuota la stiva dalle paure di una vita; per tenerci a galla abbiamo le tasche piene di lacrime: il coraggio serve a confondere il mare.

Non parlerò di dolore lascio la strofa vuota per chi non ha altro da cullare.

Leggeri noi leggera la cagna, con la pancia a metà piena solo di mammelle ormai, e leggera è la bandiera che sventola sull’albero: il vento della vita ci ha sferzato la faccia.

E avrei voluto parlare con te ora condividere questa poesia e riempire la stiva insieme, ma sei uno Stato senza sbocco sul mare che non ha mai visto il sangue ma parla del suo odore.

E vorrei che fossi qui ad accarezzare con me la gioia della consapevolezza del saper ancora piangere davvero; ma ho qualcosa di cui prendermi cura ormai, che non sa leggere, ma mi lecca la mano.


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