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Vorrei

Vorrei poterti parlare come fan la pioggia e i lampi che tanto temi ed ami. E vorrei che non fossi andata mai, come una nuvola di vetro con dentro un piccolo papiro sgualcito dal tempo, sigillata e lasciata alla corrente in direzione di un’isola lontana. Ma tu sei nuvola e vento e ti sei portata via verso le montagne che ti appartengono, volando insieme al cielo, scarica di peso.

Ma quando piange il cielo, io ti vedo nella luna che svanisce nelle nuvole. Chissà se mai, su un’isola, qualcuno ha trovato quella nuvola, o se, come da me, il faro ormai si è spento in una notte atroce; le navi non attraccano e i messaggi, ormai, si perdono.

È bastato un attimo, un solo istante, e sei distante fra le tue montagne. Salutami le stelle che non abbiamo visto mai e le carezze che ormai è tardi darti.

Non ti si spenga mai il sorriso, non contaminarti il viso; chiudi gli occhi quando serve e suona, tu che puoi, gli accordi della pioggia. Magari, un giorno, quelle nuvole in montagna mi lasceran cadere a fianco a te e magari, un giorno, da quelle nuvole in montagna, un sole sorgerà.


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