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Su un vecchio appunto

Ora, sazio della città - delle sue tentazioni e dei suoi crimini - mi sono ritrovato al limitare del bosco. Ad appagarmi la vista, poco mi basta: lo scintillio del fiume nel sole del mattino, giù a fondo valle. Un albero...

Un albero... Com'è leggero un albero, tutto ali di foglie - tutto voli verdi di luci azzurre nel celeste dell'aria...

E com'è forte, un albero, com'è saldo e fermo, «abbarbicato al suo macigno»...

Viene l'autunno, e come la Fenice s'accende nel rosso del suo rogo.

Viene primavera, e splende d'altro suo verde...

Ma noi, noi, al paragone, che cosa e chi siamo, noi, senza radici e senza speranza - senza alito di rigenerazione?


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