Questo mare
- Mario Alessio Guarano
- Dec 30, 2017
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“Guarda, papà, so nuotare!” urlavo
Prima di prendere boccate d’acqua:
Tossivo e tu ridevi “Bravo!
Se vuoi puoi attraversare il mare”.
Ma ora su questa scogliera
Il mio urlo non ha più suono
Nella bufera: il mio giorno
È un dono rubato alla sera.
È colpa tua, mio amato padre,
Se ho creduto di essere un altro.
È grazie a te, mio odiato padre,
Che non ho mai nuotato da solo:
Allora smetti di tacere, dimmi
Che fare: parla coi soffi del vento
O con le onde del mare, scrivimi
Sulla pelle con l’acido e il sale.
Ma tu taci e infuria il vento:
Sono io, padre, su questo scoglio!
A superare il fragore del mare
Con un lamento: sono io, tuo figlio,
Il tuo imbroglio!
E so che tra il dire e il fare
Un dio malvagio ha interposto
Il mare: ma tu mandami un segno
E farò del legno una nave.
Ma tu chiedimi pure un pegno
E farò del mio sangue un sentiero
Per giungere ai capi del mondo
E toccare il vero fondo del mare.
Ma la tempesta ride coi nembi
E fonde la pioggia al mio pianto:
Mi dicono rombi “Tu sembri
Prigioniero di un manto di sogni”.
No! Posso andare al di là del mondo
Correndo verso i flutti con furia:
Sarà un secondo e sarò riemerso
In un mare dove non si affoga.
Immergo il corpo nudo in un’onda,
Chiudo gli occhi ormai opachi
Per sussurrare un segreto nel sale
E non averne mai più vergogna:
Saranno, padre, parole amare
Ma non posso guardare questo sole,
Non posso attraversare questo mare.
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