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Sentii lamenti

Chi diede ascolto alla notte sentì lamenti, udì il suono di mille parole, mai dette, chi, Signore maledetto, devo io diventare?

Un eroe? L'armatura grava come macigno, Ogni grillo son frecce mille, ed una sul mio costato.

Un lavoratore? Lavorare stanca, la sera, camminando curvi, pensare a niente.

Signore mio, prenda il secchio e cancelli ogni mio candore!

Le chiedo di tanto in tanto che se questo è l'avvenire che Odisseo vide, qual motivo, quale vento gli imponne di non abbandonarsi tra le dolci sirene.

Mi dica Signore perché io annoio me stesso?

Alle tre, esatte, un uomo lacero cieco si alza dalla sua fossa e chiede, se sia ora, se sia l'ora, se il tempo non abbia voglia di abbassare il sipario.

E io le chiedo, onorevole Signore, se non sia il tempo dopo mille secoli, di aprire le fauci a noi miseri e pronunciar risposte.

Ma se è la notte, se io non fiato, se presto attenzione, sento lamenti.


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