La caduta di Roma (The fall of Rome)
- Wystan Hugh Auden
- Oct 29, 2017
- 2 min read
The piers are pummelled by the waves; in a lonely field the rain lashes an abandoned train; outlaws fill the mountain caves.
Fantastic grow the evening gowns; agents of the Fisc pursue absconding tax-defaulters through the sewers of provincial towns.
Private rites of magic send the temple prostitutes to sleep; all the literati keep an imaginary friend.
Cerebrotonic Cato may extol the Ancient Disciplines, but the muscle-bound Marines mutiny for food and pay.
Caesar’s double-bed is warm as an unimportant clerk writes I DO NOT LIKE MY WORK on a pink official form.
Unendowed with wealth or pity, little birds with scarlet legs, sitting on their speckled eggs, eye each flu-infected city.
Altogether elsewhere, vast herds of reindeer move across miles and miles of golden moss, silently and very fast.
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I moli sono assaltati dalle onde; la pioggia in un campo solitario sferza un vagone abbandonato; affollano i banditi le montagne.
Fantastici si stendono gli abiti da sera; agenti del fisco tallonano evasori in fuga per gli scarichi di città di provincia.
Privati riti magici spediscono le prostitute sacre a dormire; ogni uomo di lettere ha il proprio amico immaginario.
Qualche Catone cerebrotonico esalterà le antiche discipline, ma i Marines guizzanti di muscoli si ammutinano per il rancio e per la paga.
Il letto a due piazze di Cesare è caldo mentre un burocrate minore scrive ODIO IL MIO LAVORO su un documento rosa.
Sprovvisti di denaro e di pietà, uccelletti dalle zampe rosse siedono sulle proprie uova maculate e osservano ogni città appestata.
Altrove, all’unisono, vaste mandrie di renne attraversano miglia e miglia di muschio dorato silenziose e molto in fretta.
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