top of page

La ballerina e il soldato

  • Writer: Admin
    Admin
  • Oct 21, 2017
  • 1 min read

Reduce il nostro niente lottammo con le bocche sparandoci con lingue-fucili.

E la polvere nera che ti rendeva angelo mio sporcò cartucce di neve manoscritto del tuo ballarmi addosso.

Balla su, balla ancora. Io sono in trincea, ma tu balla ancora.

Il fantasma dell’Opera che tu sei compare negli incubi miei belli, soavi, leggeri e nascono aborti di corografie dove…

sono solo più che mai.

Ballo un lento con la morta veloce piroettando intorno alle lapidi dei miei compagni di banco dei miei compagni di branco e tu svanisci e io piango ma tu…

Balla su, balla ancora sul mio cranio senza elmo.

Fui volontario: avanguardia nel tuo ventre caldo come il sangue che tanto leccammo sulle mani callose mie, di veterano.

“Che sapore strano! Tanti cuori diversi e il colore di un solo umano!“

A Stoccolma rapisti il mio corpo e ora, ti prego, lo rivoglio indietro! Lo usasti come pista da ballo quelle scarpette fangose le voglio ora le voglio adesso le voglio addosso quindi…

Balla su, balla ancora perché trafiggesti ciò che ti diedi nella notte dei lunghi coltelli calpestati i miei piedi calpestami su, calpestami ancora!

Balla e calpestami, ancora. Balla e calpestami, ancora!

Hai ragione, sì. Non so ballare. Ma tu sei un analfabeta sentimentale.


Comments


© 2017 - Il Simposio della Poesia 

  • White Facebook Icon
  • White YouTube Icon
  • White Instagram Icon
bottom of page