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13 Agosto

Quivi io seggo a rimirar le stelle; il cielo ti chiamò e sei distante. Vedo, ne' tuoi occhi e sulla tua pelle, schegge delle mie speranze infrante.

E, al mio ritornare in casa, dolgo: qual posto vuoto e infelice è questo, dov'io soffro, ed al pianto mi volgo, ed osservo il destino tuo mesto!

E quando tu eri ancor qui con me, io più lieto avea l'ascoso dolor che attanagliami fin d'ante il natìo.

Dacché sei in l'anime morte novelle, io omai più non odo alcun rumor; e quiv'i' seggo a rimirar le stelle.


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