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Dolce Aleppo

Il disarmo avviene, colpo su colpo, le volte che sento ansia, sconforto, Nausea. Le mie nocche saltano sotto colpi di mortaio.

La città è scoperta, l'antiaerea vaglia sospettosa il cielo eclissato dagli aerei.

Non vedo sole, solo l'ombra delle croci di caccia feroci.

Crocifisso dormo, in una casa sventrata. Aleppo bellissima, bellissima vi dico. Non c'è esodo che consoli, l'ansia, lo sconforto, la Nausea.

Sarò solo scappando dalla mia Aleppo e i cancelli, i muri, i fumogeni dei fantasmi medievali d'una fortezza senza cavalieri.

Sarò deportato - già lo so - e Aleppo bellissima, bellissima credetemi.

O Ḥalab, dolce città, fuggendo ti guardai e non andrebbe mai fatto; lasciai, quella notte, la mia casa e mille lacrime sul portone. Fui maledettamente stupido, sconsiderato sognai la pace, un'esistenza stabile.

Ma il mio barcone instabile affonda così, in lacrime perse nel mare vostrum. Ed è soltanto vostro il peso del mio corpo dimagrito crocifisso.


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