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Mi giunge parola

Ottengo il tuo sentire

dal fruscio delle foglie

assieme al riverbero ottuso

delle occasioni mancate.

Mantengo la calma

a fatica

nell'ascoltare il tuo risveglio:

ero solito toccarlo con mano

ogni mattina

assieme al piumino con cui,

quando chiedevi,

ti coprivo le spalle.

È sorto quindi un

tenero sole, al di là della collina,

lo vedo irridere dalla finestra

i miei occhi stanchi,

colorati di un nero insonne.

Una volta dicevi

i miei occhi essere verde primavera,

ora son ridotti dal tuo passaggio

in cascate di cenere disposte dal vento.


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