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Giorno per giorno

  • Giuseppe Ungaretti
  • Jun 23, 2017
  • 1 min read

"Nessuno, mamma, ha mai sofferto tanto..."

E il volto già scomparso

Ma gli occhi ancora vivi

Dal guanciale volgeva alla finestra,

E riempivano passeri la stanza

Verso le briciole dal babbo sparse

Per distrarre il suo bimbo...

Ora potrò baciare solo in sogno

Le fiduciose mani...

E discorro, lavoro,

Sono appena mutato, temo, fumo...

Come si può ch'io regga a tanta notte?...

Mi porteranno gli anni

Chissà quali altri orrori,

Ma ti sentivo accanto,

M'avresti consolato...

Mai, non saprete mai come m'illumina

L'ombra che mi si pone a lato, timida,

Quando non spero più...

Ora dov’è, dov’è l’ingenua voce

Che in corsa risuonando per le stanze

Sollevava dai crucci un uomo stanco?

La terra l’ha disfatta, la protegge

Un passato di favola…

Ogni altra voce è un’eco che si spegne

Ora che una mi chiama

Dalle vette immortali….

In cielo cerco il tuo felice volto,

Ed i miei occhi in me null'altro vedano

Quando anch'essi vorrà chiudere Iddio...

E t'amo, t'amo, ed è continuo schianto!...

Sono tornato ai colli, ai pini amati

E del ritmo dell'aria il patrio accento

Che non riudrò con te,

Mi spezza ad ogni soffio..

Non più furori reca a me l'estate,

Né primavera i suoi presentimenti;

Puoi declinare, autunno,

Con le tue stolte glorie:

Per uno spoglio desiderio, inverno

Distende la stagione più clemente!...


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