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In colpa

Mani sanguigne, ferite

ho appoggiate sulla fredda

ceramica del lavabo.

Testa bassa e gli occhi chiusi,

nego e non comprendo già

ciò che mia follia dice.

Sorrido, affatto felice,

ma io non saprei spiegarmi

cagion di quest’isteria.

Or levo il capo e mi guardo,

mi vedo, piacer perverso

mi prende e assale alle spalle.

Destra, sinistra, diritto,

mi osservo solo e realizzo

che quello lì non sono io.


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